Le Kimyouna Bouken di Manà -ep.3

Eravamo rimasti qui, ricordate?

Intimo Allarmismo!

Manà scattò a sedere, e si guardò intorno ad occhi sgranati: nel vedere attorno a sé pezzi di metallo viola, ingranaggi e strisce di pelle di cinghiale, il volto gli si illuminò.

“Siiii! Uno sfasciacarri! Troverò tutti i pezzi per costruire un robot vol… volan… volaBLEURGH!”

e rigettando, cadde a faccia in giù.

***

“…ed è così che vi ho trovati sulla scogliera e portati qui.”

“Beh, gvazie!”

“Si, Crisavio, almeno ci siamo risparmiati qualche pagina di risvegli noiosi.”

“Non c’è di che!”

“E come possiamo vingvaziavti?”

Crisavio si passò una mano fra i lunghi capelli biondi. In quel momento si credeva così bello che anche il narratore non potè fare a meno dihihihihihihihihihihhh!

WAH AH AH!

Cioè, Crisavio te lo lascio immaginare, guarda. Sappi solo che era biondo, riccio, alto, ben piazzato e con gli occhi marroni!

…e si, “ben piazzato” starebbe per “panciuto”.

“Ringraziarmi? Beh… potreste iniziare coll’aiutarmi a dimostrare che non sono un pervertito.”

Auvo volò fino al muro opposto della capanna e ci si appiattì contro.

“SEI UN PEVVEVTITO?!”

“Eh?”

“Ha chiesto se sei un pervertito.” disse Manà.

“Ah. CERTO CHE NO!”

“WAAAAAH!”

“Sono stati i mutandèmoni!”

Auvova e Manà si guardarono e poi tornarono a guardare Crisavio.

“Chi, scusa?”

“I mutandèmoni! Bizzarre creature provenienti dall’Oltretomba che sono solite rubare mutande nottetempo, sciacquarle nello Stige e riporle tra i panni puliti dei proprietari… che poi indossandole MUOIONO!”

“Muoiono?”

“MUOIONO!”

“Ok, io me ne vado,” fece Manà, “non vedo perchè dovrei aiutarti a combattere creature che potrebbero uccidermi con gavettoni di morte!”

“Già! E poi che savebbevo queste “mutande”, eh?”

“Cos…”

“Senti, un’informazione: l’Eubea, uscendo da qui, è a sinistra o a destra?”

“L’Eubea?!”

Manà aggrottò la fronte a quella reazione di Crisavio.

“Si, l’Eubea, perchè?”

“Ma dove… ma da dove venite, voi due?”

“Dal mave.”

“Dall’Olimpo.”

“Ah.” Crisavio tese loro la mano. “Piacere. Kull di Atlantide.”

Manàzorabasileios gli colpì la mano con uno schiaffo, sbuffò, e si diresse verso la porta seguito da Auvo. Crisavio li raggiunse proprio quando Manà aveva afferrato la maniglia.

“Aspetta, non andate, vi prego!”

“Beh, ma che ti aspetti che faccia, che ti aiuti a rubare tumande?”

“Ma che t’aspetti tu, piuttosto! “Dall’Olimpo” un cavolo, sei mortale quanto me! …e comunque si dice “mutande”.”

“Mmh…allora se sono come te a che ti serve il mio aiuto?”

Auvo, stufa di stare a sentire Manà discutere con un pervertito, volò fuori dalla finestra accanto alla porta.

“Chissà, magavi mi ha anche toccata mentve evo svenuta… tsk…”

Sbattè contro qualcosa e cadde a terra.

“Ahia! Ma che… oh… ma è notte! E me ne accovgo solo ova!”

“Forse perchè fantasticavi su quello che ti ha toccata?”

“Zeus non vogl-WAAAAH!”

La porta della capanna si spalancò e Manà e Crisavio corsero fuori.

“Auvova!” Manàzorabasileios fece in tempo a vederla che lei gli volò in braccio, tutta tremante.

“Maledizione, sono loro!” fece Crisavio, poi fece scivolare a terra la tunica, si tolse le mutande, le appallottolò e lanciò lontano.

Due o tre piccole figure scure guizzarono via da terra in direzione del lancio.

“Per fortuna ho fatto in tempo…” disse Crisavio voltandosi verso di loro, “…dovreste ringraziarmi!”

Auvo guardava a occhi spalancati il ragazzo biondo. Manà sembrava sul punto di esplodere.

“Beh? Che c’è?”

“Sei nudo!”, gridò Manà.

La porta di una capanna vicina si spalancò e sull’uscio comparve un vecchio spettinato e sdentato.

“Chi è che è nudo?!”

“Cavolo!”

Il vecchio vide Crisavio nudo e corse dentro.

“Ah, faccio quest’effetto? Grazie!”

Il vecchio corse di nuovo fuori.

Con un arco e una faretra piena di spaghetti.

“Maledetto nudista, vai a fare il ciccione da un’altra parte!”

Auvo scoppiò a ridere.

“Non sono ciccione! E tu non ridere, che non era neanche originale!”

Manàzorabasileios, con Auvo sotto il braccio, corse via, seguito a ruota da Crisavio (ma proprio nel senso che rotolava, causa tunica all’altezza delle caviglie), mentre intorno a loro piovevano spaghetti.

***

Ancora notte di luna piena, in Magnesia. (ah, per chiunque se lo dovesse chiedere, si: contemporaneamente è notte pure in Eubea ^^)

Nascosti dietro un cespuglio, Manàzorabasileios, Auvo e Crisavio sono pronti a combattere la minaccia mutandemoniaca.

“Allora… qual’è il piano?”

“Dovete aiutarmi a riabilitarmi agli occhi del villaggio, quindi, appena vedrete dei mutandèmoni, dovrete aiutarmi a coglierli sul fatto, e una volta bloccatone qualcuno in posizione compromettente, sveglieremo tutto il villaggio per fargli vedere che ho ragione io!”

“Scusami, sai, Cvisavio… ma, se come dici si muove indossando quelle mutande, nessuno s’è ancova chiesto pevchè?”

“I sassi.”

“Eh?”

“I sassi, davvero. Il villaggio è arrivato alla conclusione che le mutande delle donne le rubi io, e che tutti gli uomini morti per via di mutande ancora bagnate siano semplicemente vittime di sviste da parte delle mogli, che lavano la biancheria intima strofinandola con pezzi di selce, le cui schegge rimarrebbero impigliate nelle mutande uccidendo poi i poveri uomini!”

“Ma… quante donne sono movte, finova?”

“Nessuna, riesco sempre a salvarle in tempo!”

“Salv… Crisavio!”

Manàzorabasileios scattò in piedi e puntò un dito contro il giovane: “ALLORA RUBI VERAMENTE LE MUTANDE ALLE DONNE!”

Improvvisamente vennero circondati da una decina di demonietti, grandi come Auvo, blu come la notte, pettinati come la Luna e vestiti come uno stilista d’alta moda mentre si fa la doccia.

…Cioè si, bravi! Con le mutande a tracolla… ma come avete fatto a indovinare?

Tutti dottori in moda e costume?

“oddio, i mutandèmoni!”

“Ancora!”

“Dateci le mutande!”

“Non le povto!”

“Zuzzurellina…”

“Cos… idioti!”

Auvo raccolse un sasso e lo lanciò in testa ad un mutandèmone, tramortendolo.

“Pev Zeus! Hai visto, Manà?”

“Maledetta! Prendi!”

Un mutandèmone tentò di saltare verso di lei per infilarle le mutande avvelenate, ma Auvo fluttuò in alto.

“Bleeeeh!”

Gli altri mutandèmoni saltarono addosso a Crisavio e Manàzorabasileios, immobilizzandoli a terra.

“Manà!”

“Portate le mutande!”

“Che taglia, capo?”

Il primo mutandèmone gettò a terra forbici e cartoncino colorato, e afferrò per il collo l’altro.

“Che t’importa cosa taglio? Eh?”

“Ma capo…!”

“Lavori per qualcuno?”

“P-per lei!”

“LEI chi?!”

sollevò una mano per schiaffeggiare l’altro, ma improvvisamente capì le sue parole e lo lasciò andare.

“PRENDETELA!”

“No, capo!”

“La difendi, ora?!”

Gli altri mutandèmoni tirarono fuori delle mutande, e iniziarono a legarle assieme.

“E cosa vovveste fave?”

“Auvova! Vai a chiamare gli altri!” gridò Manàzorabasileios, ancora bloccato a terra assieme a Crisavio.

I mutandèmoni finirono di legare le mutande, fissarono i due capi a due alberi e poi uno di loro si posizionò al centro della corda d’intimo.

“Auvova! CORRI!”

Auvo si volse e iniziò a fluttuare verso le case, quando qualcosa le atterrò addosso e le si aggrappò alle spalle facendola cadere a terra.

“Presa!”

“Togliti di dosso, mostvo!”

Auvo cercò di divincolarsi dalla presa del demonietto, ma altri giunsero ad aiutarlo, riuscendo ad immobilizzare la ragatta.

“Perfetto, mutandatela!”

“No, fevmi! Vi pvego!”

“Fermatevi!”

Manàzorabasileios riuscì a divincolarsi, si alzò in piedi e iniziò a correre verso Auvo.

“Noooooo!”

i mutandèmoni erano quasi riusciti a metterle le mutande, quando Auvo prese a brillare, sempre di più, finchè tutti i presenti dovettero coprirsi gli occhi (tranne Crisavio, che aveva pensato bene d’inforcare i suoi occhiali da sole stilosissimi in ferro di baobab).

La luce era così forte che quasi tutti gli abitanti del villaggio ne furono svegliati e corsero fuori a vedere cosa stesse succedendo, notando con chiarezza soltanto Crisavio bloccato a terra da piccoli esseri blu.

“I PUFFI DELLA BUONCOSTUME!”

il grido di un contadino sparse il panico nel resto della gente.

“Si salvi chi può!”

“Non ho fatto niente, vi prego!”

“Confesso, ho rubato le mutande alla mia vicina, non giustiziatemi!”

“Si, anch’io!”

“E anche io! Non fateci del male!”

“E’ vero, siamo tutti colpevoli! Speravamo solo di riuscire a farla franca incolpando Crisavio!”

Tutti gli uomini del villaggio corsero incontro alla luce e una volta vicini caddero in ginocchio, piangendo e tirando su col naso mentre continuavano a invocare pietà.

Crisavio, sentendo che era stato incastrato, si divincolò furiosamente dalla presa dei mutandèmoni, gettò via i suoi occhiali, e piazzandosi tra quella luce prepotente e i suoi compaesani, li squadrò tutti con sdegno.

Intanto, le donne avevano raggiunto gli uomini e li stavano bersagliando coi loro vestiti sporchi, fischiando e insultandoli.

“BASTA!”

Il grido di Crisavio fu sufficiente per attirare su di lui l’attenzione di tutti i presenti.

“Ma guardatevi! Non vi vergognerete mai abbastanza per quello che mi avete fatto!”

“Perdonaci, Crisavio!”

“Non basta!”

“Eh?”

“Non basta, vi dico! Il mio nome, pronunciatelo bene! Io… sono Crisavio il Magnetico!”

“Ma… qui siamo tutti magnetici!”

“Allora io sarò d’ora in poi ‘Crisavio il Magnefico’!”

“OOOOOH!”

tutti guardavano il ragazzo, avvolto da un’aura luminosissima, come un dio divino e anche più.

Un’aura che improvvisamente si fece rossa, rassomigliando una fiamma, e poi si spense.

“CRISAVIOOOOOOOO!”

Crisavio cadde a faccia in avanti a causa di un improvviso spostamento d’aria alle sue spalle.

“Auvova…”

Manàzorabasileios era a terra anche lui, e fissava con terrore il punto in cui si trovava la ragatta.

Crisavio si sollevò da terra e guardò a sua volta.

Quello che vide lo lasciò senza fiato.

Auvo, la piccola creatura fluttuante, non c’era più: al suo posto, in terra dove l’avevano spinta i mutandèmoni, vide solo un paio di stivali di ghiaccio, alti e slanciati, piantati ben saldi in terra. Spostando lentamente lo sguardo verso l’alto, Crisavio vide un paio di cosce corpose e sode, una corta gonna di quella che pareva spuma marina, un busto di ghiaccio striato di magma che a fatica conteneva un petto florido, e poi un volto: un volto incorniciato da lunghi ricci neri, con labbra sottili piegate a mostrare dei denti rabbiosamente stretti, con occhi pieni di sdegno che era sicuro fissassero lui, un volto che gli ricordava sicuramente quello della creatura che accompagnava il naufrago, ma che aveva qualcosa di diverso, come se stesse guardando la sorella maggiore di quella piccoletta.

Incazzata come Elio durante un’eclissi solare.

“Crisavio… in piedi!”

Crisavio si sollevò di scatto.

La donna in armatura di ghiaccio e spuma, con un’espressione molto meno minacciosa di prima, si avvicinò lentamente a lui, e gli si genuflettè davanti.

“Crisavio…”

“S-si?”

“Crisavio, riesco a sentire i tuoi pensieri tentare di afferrarmi la testa e spingerla sui tuoi genitali…”

“Non è vero!”

“Crisavio…”

La donna avvicinò la testa al pube del ragazzo, facendo correre le mani alle sue caviglie. Crisavio chiuse gli occhi.

“Prometti di servire Ablabia, Crisavio?”

“Quello che vuoi…ah…”

Ablabia assunse di nuovo un’espressione feroce.

“Bene… allora sii la mia arma!”

“Cos-WAAAAAAH!”

Crisavio riaprì gli occhi in tempo per vedere tutto intorno a lui vorticare in ogni direzione, mentre in realtà Ablabia lo teneva ben stretto per le caviglie, come una clava, e lo sventolava davanti a sé.

“Maledetti porci! MORITE!”

Ablabia saltò in direzione degli uomini prostrati a terra e diede un potente colpo di Crisavio al centro del gruppo, facendoli volare in ogni direzione.

“AH AH AH AH AH AH!”

Si volse, e roteando Crisavio colpì violentemente ogni singolo mutandèmone, lanciandoli quasi oltre l’orizzonte.

“Che belva!”

“Si, però… che tette!”

Ablabia si bloccò per qualche istante, incredula di fronte a quelle parole; poi la rabbia tornò a pervaderla, ma così furiosa che le si formò un diadema di schiuma d’acqua ribollente sulla fronte, e tornata dagli uomini, li colpì ancora e ancora, finchè Crisavio non le sfuggì di mano e andò a conficcarsi nel muro di una casa vicina.

“GRRAAAAAAAH!”

Vista una donna, andò lì e la sollevò tenendola per il collo.

“Tu… puzzi di uomo! Dì, sei sposata, per caso?”

“Si, si, lo sono!”

“IDIOTA! Gli uomini vanno usati, non amati!”

Ablabia la lasciò andare, e poi ruggì in direzione delle altre, che fuggirono via urlando.

A quel punto, si volse.

Rimaneva solo quel giovane cogli occhi azzurri, in piedi davanti alla luna piena, che la fissava, così gli si avvicinò.

“Sei un uomo?”

“Cosa vedi, tu?”

“Cosa vedo e cosa sento è diverso, dunque rispondimi!”

“Auvova.”

“Cosa?! Vuoi morire?”

“Auvo la ricordi?”

“Io sono Ablabia!”

“Auvo è mia amica. Ti prego di restituirmela, Ablabia.”

“Non sei in grado di proteggerla!”

“Non è necessario, vedo. Ora restituiscimela.”

“…sappi che non sono d’accordo, uomo-non uomo.”

Ablabia venne avvolta da un vortice d’acqua alto almeno due metri, e quando questo si dissolse, a terra Manàzorabasileios vide Auvo addormentata. La prese in braccio e si avviò verso la capanna di Crisavio.

***

“Ma insomma…”

“Silenzio!”

L’uomo abbassò di nuovo la testa e continuò a strofinare i panni col sapone.

“E dopo andrai a pescare la cena per noi e i nostri figli! Strofina bene!”

Auvo fluttuò tra le case vicine a quella di Crisavio e fu contenta di vedere quei pervertiti pagare per la loro sconcezza.

“Auvo, vieni, dobbiamo andare!”

“Avvivo, Manà!”

Raggiuntolo, si avviarono fuori del villaggio.

“Ma dove andvemo, ova?”

“Crisavio mi ha detto che proseguendo a sud lungo la costa arriveremo in Beozia, e lì c’è un suo amico che può aiutarci.”

“A pvoposito, ma come mai oggi Cvisavio non mi guavdava neanche in faccia?”

“Beh, ieri notte, dopo che sei svenuta per via di quelle mutande, ha tentato di guardarti sotto la gonna, ma nel sonno gli hai tirato un bel calcio in faccia e non ha più osato avvicinartisi, ah ah ah!”

“Povevo Cvisavio, fovse in fondo vuole solo una vagazza…”

“Vuoi essere te?”

“Ma no!”

Auvo fece per colpirlo su una spalla, ma Manà corse via ridendo, e lei lo inseguì.

5 Risposte a “Le Kimyouna Bouken di Manà -ep.3”

  1. Quanta. Azione. QUANTA AZIONE!!!

    Non so perchè ma stamattina nel rileggerla per la sesta o settima volta avevo come l’impressione di star seguendo una serie televisiva… A sto giro la sceneggiatura si presterebbe davvero bene >w< !!!

  2. Staremo mica esagerando coi complimenti? XD
    Non mi pare ci sia alcun miglioramento stilistico rispetto a prima…
    E poi le scene d’azione non sono mostrate al meglio, SICURAMENTE posso fare di meglio, e devo.
    Però grazie ^^

  3. Nou non ho mica detto che lo stile è migliorato… è più o meno sempre lo stesso [con qualche nota cazzeggiatrice in meno stavolta (e qui Epimeteo entrò in crisi)] ma è proprio l’episodio in sè che ha l’azione come dire, più concentrata? Je ne sais pas, comunque a me ha dato st’impressione x3 !!
    Pvoh!

  4. Un pò di azione, eros, fantamattate…questa storia sta diventando un’americanata! XD (Scherzo…ottimo lavoro.)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *