Ma i Pokèmon sognano Mareep? –ep.7

Povero Deeckard...

Ma i Pokemon sognano Mareep? -ep.7

By Shin Nyouko. Si spera ancora per poco.

Atterro proprio in mezzo a loro, molleggiando sulla punta della coda e lanciando un’Ondashock che li tramortisce tutti.

“Deeckard…”

Deeckard, li sento implorare. Deeckard. Ma è troppo tardi, sono tutti e quattro a terra semi paralizzati e ancora percorsi da qualche scintilla.

Ho vinto io.

“Deeckard…”

Invocano il mio nome, come se volessi salvarli dalla sottomissione in cui io stesso li ho ridotti. Balordi.

“Deeckard!”

“HOOOOOO… VINTOOOOOOOOOOOOO!”

Spalanco gli occhi che sono seduto a terra in mezzo alla strada, colle braccia alzate e un dolore martellante alla testa. Per qualche momento, vedo anche tutto in pixel grossi come il mio pugno.

“Che dolore!”

Mi porto la zampa alla testa, e rimane schiacciata tra questa e qualcosa di pesante che vi cade sopra.

Mentre urlo,  Coil fluttua nel mio campo visivo entrando dall’alto.

Aspetta un momento… ehi! Maledizione!

“COIL!”

“Ah, sei sveglio, alla buon’ora, tuono a nulla!”

“Che Mewtwo di bisogno c’era di saltarmi sulla testa?!”

“Ricordi che ti sei lanciato dal tuo balcone fin qui?”

“Si, e allora?”

“Bene. Ovviamente all’impatto col terreno sei svenuto per il dolore.”

“…Davvero?”

“…si. Ora andiamo.”

Quella palla non me la contava giusta.

“E, dì un po’, Coil… come mai non mi fanno male le gambe?”

“Perché sei atterrato sulle zampe anteriori. Faceva molto predatore, complimenti, ora andiamo.”

Mi alzo in piedi, risistemo l’impermeabile, mi rimetto il cappello e infilo le mani in tasca.

“Coil… l’unica cosa dolorante è la testa…”

“…Eh? Mh. Tanto meglio no?”

“Sei tu che mi sei atterrato in testa, ci scommetto!”

Snudo la pistola e inizio a sparare a Coil: schiva tutti i proiettili tranne uno, che lo manda a sbattere contro un muro per poi cadere a terra.

Mi avvicino per vedere se l’ho ucciso, e lui mi risponde con un Raggioscossa che mi passa proprio tra le orecchie.

“NOI POKEMON ACCIAIO LA SPUNTEREMO!”, urla Coil, poi riprende a fluttuare e sparisce dietro un angolo.

Sono lì che fisso il punto in cui Coil è scomparso.

“Perfetto…”

Il mio telefono prende a suonare, lo estraggo e sullo schermo leggo “Feria”.

Beh, rispondo. Che altro potevo fare?

“Pronto…”

“Deeckard! Ho notizie!”

“Che bellezza, Feria!”

“Deeckard, che fa, sfotte?”

“No, si figuri. Voleva dirmi qualcosa?”

“Si, ecco, pare che i pokèmon acciaio fuggitivi siano cinque, non quattro!”

“Feria, posso spiegarle tutto…”

“Davvero?”

“No.”

Chiudo la chiamata, e rimetto il telefono in tasca, tanto avrei solo perso tempo; rinfodero la pistola e m’avvio nella direzione in cui è scappato Coil.

Forse non dovevo sparargli.

E forse non dovrei bere tanto.

Che Mewtwo, allora non avrei neanche dovuto frequentare quel corso sul sushi di Kanto!

“Bah.”

Mi fermo, mi accorgo solo ora di essere arrivato all’incrocio della strada con Via Rosso.

“Ehi, qui è pieno di pensioni pokèmon…”

Frugo in tasca, e trovo solo qualche moneta.

“Di questo passo non me la farò mai, una lopunny…”

Dò un’occhiata alle vetrine e ai listini prezzi, e senza che me ne accorga una delle ragazze mi si fa sotto.

“Ehi, bello, ti va di farti un giro? E’ un pezzo che non trombo di tuono, sai?”

Volgare è volgare, si… ma Mewtwo, se è tutta femmina!

“E pensi di essere alla mia altezza, pupa?”

“Tesoro… se vuoi, giochiamo alla rivelazione…”

“E che sarebbe mai?”

“Beh… io spalanco occhi e bocca, cado in ginocchio, guardo verso l’alto con passione e accolgo il verbo dentro di me riempiendomi d’Amore.”

Arrossisco, eccome.

Faccio per metterle una mano sul fianco, ma stranamente lei non si fa toccare.

“Ehi.”

“Che c’è, piccola?”

Mah, sarà nuova.

“Piccolo sporcaccione, non possiamo qui… vieni in camera mia, ho un disco da farti sentire…”

Mi prende per mano e noto che è fredda.

“Spero che la puntina regga per tutti e quarantacinque i giri”, faccio io, e la seguo fino al piano di sopra, dove entriamo nella sua stanza e sediamo sul  letto.

“Allora,”dice spogliandosi, “cosa ci fa un pikachu in questa città?”

Mi fermo con le dita ancora attorno al primo bottone della camicia.

“Come fai a sapere che mi chiamo Deeckard?”

“…”

Mi salta addosso. Letteralmente. Questa uovo di puttana mi salta addosso!

“MUORI!”

Riesco a rotolare via quanto basta da vederla  sfondare il pavimento nel punto in cui ero poco prima e cadere al piano terra.

Estraggo la pistola, salto giù nel buco e mi faccio malissimo.

“Avanti Deeckard!” dico a denti stretti, e inizio a inseguirla per i vicoli.

“Eenee!”

Sparo un colpo, ma la manco. Il proiettile successivo segue la stessa traiettoria.

“Maledizione!”

Corro ancora dietro a Eenee, e inizia a mancarmi il fiato.

Tento il tutto per tutto.

“TUONONDA!”

Lo sforzo mi fa mancare improvvisamente il fiato, devo fermarmi.

“Aaargh!”

Devo averla colpita! Ottimo!

Ma vedo Eenee rialzarsi. Il mio attacco l’ha colpita, si, ma non con la forza che avrebbe avuto anni fa.

L’ho solo rallentata un po’, è ancora più veloce di me.

Sollevo la zampa e faccio fuoco, centrandola in piena schiena. La vedo accasciarsi senza un suono.

“Ma che…?”

Mi guardo il braccio; non mi ero reso conto di averlo sollevato.

“Questa poi…”

Mi avvicino al corpo immobile, tento di tastarle il polso… ma è come far scorrere il dito su una lattina di cibo in scatola.

Decido che è morta, e mi accendo una sigaretta di cioccolato proprio quando inizia a piovere. Spero non mi si spenga.

Estraggo il telefono e richiamo Feria.

“Feria?”

“Chi è?”

“Deeckard. Gli androidi sono ancora cinque?”

“…No! Sono tornati a quattro! Ma come ha fatto?”

Sospiro.

“Magia, Feria. Magia. E un guasto nei vostri computer che ho appena provveduto a riparare.”

Chiudo la chiamata. Ma perché non ne rimanevano solo tre?

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